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A Pescara esiste una spiaggia che ha scelto di restituire al mare la sua dimensione più autentica: la “Spiaggia libera tutti”. Qui non servono portafogli gonfi per stendersi sotto l’ombrellone: l’ombra è gratuita, le docce pure, e persino sdraio e lettini hanno prezzi alla portata di chiunque.
L’iniziativa, portata avanti dal Comitato Arci di Pescara e guidata da Antonio Tiberio, non è solo un esperimento turistico ma una dichiarazione di intenti: “libera” significa accessibile a chiunque, senza vincoli economici né imposizioni. Gli ombrelloni – una trentina fissi – sono messi a disposizione di chi arriva, ma chi preferisce può portare le proprie cose e sistemarsi dove desidera. Nessun obbligo, nessun ticket, solo la possibilità di vivere il mare come bene comune.
Il modello si estende anche al piccolo chiosco sulla spiaggia: prezzi popolari (un bicchiere di vino a 2 euro), pranzi sociali e menù semplici, ma soprattutto nessun divieto per chi sceglie di portarsi il cibo da casa e consumarlo ai tavoli. Un gesto che ribalta la logica dominante dei lidi tradizionali, dove ogni servizio è monetizzato.
Ma questa non è solo una spiaggia: è diventata negli anni un palcoscenico culturale. Presentazioni di libri, concerti live, incontri e conferenze animano le serate estive, spesso fino a cinque eventi a settimana, sempre gratuiti. Artisti come Ghemon e Max Collini hanno già scelto questa cornice informale e partecipata.
La “Spiaggia libera tutti” è così diventata molto più di un luogo per prendere il sole: è un presidio sociale e culturale che dimostra come anche un semplice lido possa trasformarsi in un’esperienza di comunità, resistenza e libertà.
L’iniziativa, portata avanti dal Comitato Arci di Pescara e guidata da Antonio Tiberio, non è solo un esperimento turistico ma una dichiarazione di intenti: “libera” significa accessibile a chiunque, senza vincoli economici né imposizioni. Gli ombrelloni – una trentina fissi – sono messi a disposizione di chi arriva, ma chi preferisce può portare le proprie cose e sistemarsi dove desidera. Nessun obbligo, nessun ticket, solo la possibilità di vivere il mare come bene comune.
Il modello si estende anche al piccolo chiosco sulla spiaggia: prezzi popolari (un bicchiere di vino a 2 euro), pranzi sociali e menù semplici, ma soprattutto nessun divieto per chi sceglie di portarsi il cibo da casa e consumarlo ai tavoli. Un gesto che ribalta la logica dominante dei lidi tradizionali, dove ogni servizio è monetizzato.
Ma questa non è solo una spiaggia: è diventata negli anni un palcoscenico culturale. Presentazioni di libri, concerti live, incontri e conferenze animano le serate estive, spesso fino a cinque eventi a settimana, sempre gratuiti. Artisti come Ghemon e Max Collini hanno già scelto questa cornice informale e partecipata.
La “Spiaggia libera tutti” è così diventata molto più di un luogo per prendere il sole: è un presidio sociale e culturale che dimostra come anche un semplice lido possa trasformarsi in un’esperienza di comunità, resistenza e libertà.