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PESCARA - Una promessa di colori, giochi e sorrisi si è trasformata in un incubo per decine di famiglie pescaresi. Scrivanie, lettini e armadi ordinati e pagati – in parte o interamente – non sono mai arrivati. Al loro posto, solo silenzi, porte chiuse e rabbia crescente.

Il negozio di arredamento per bambini sulla Tiburtina, aperto appena pochi mesi fa con grande clamore e una campagna pubblicitaria accattivante, oggi è sbarrato. Sul vetro un foglietto recita “Chiuso per inventario”, ma dietro quella scritta non c’è alcun via vai di merci o addetti: soltanto raccomandate accumulate e un’attività che non esiste più.

I clienti truffati

Sono già una decina i nuclei familiari che hanno deciso di farsi avanti, ma il numero cresce giorno dopo giorno. Si tratta di genitori e nonni che, fidandosi del marchio nazionale con cui il negozio operava in franchising, hanno anticipato somme che vanno dai 200 euro fino ai 6mila. Nessun mobile è stato consegnato, nessun rimborso è stato effettuato.

L’illusione di un brand

Il marchio nazionale, contattato dai clienti, ha dichiarato di essere anch’esso vittima del punto vendita pescarese, senza però offrire copertura o soluzioni concrete a chi ha perso i soldi. Le famiglie si sentono abbandonate due volte: dal negozio fantasma e dalla stessa casa madre che aveva avallato l’apertura.

La rabbia in strada e sui social

Dall’inizio dell’estate, davanti alle vetrine sbarrate si sono radunati clienti e fornitori, nella speranza di trovare spiegazioni. Qualcuno ha perso la pazienza, arrivando a sfogarsi a calci contro la porta. Intanto, sui social le famiglie si sono unite, condividendo esperienze e valutando azioni legali comuni.

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