Condividi:
È stato ritrovato ieri mattina a Ponte Sasso il corpo di Ugo Coppola, 54 anni, subacqueo originario di Pescara, scomparso lo scorso 13 agosto durante un’immersione al largo di Ravenna, nei pressi della piattaforma del Paguro.
Il ritrovamento
A notare il cadavere, trascinato a riva dal mare in burrasca, sono stati un dipendente dell’hotel Imperial e alcuni passanti lungo la ciclabile Fano-Marotta. L’uomo indossava ancora la muta da sub. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Fano e la Capitaneria di porto, che hanno effettuato i rilievi e avviato le procedure di riconoscimento, confermando si trattasse proprio di Coppola.
La tragedia ha destato profondo dolore, soprattutto perché già a metà agosto i compagni di immersione avevano lanciato l’allarme, dopo aver perso le sue tracce durante un’esplorazione del relitto. La procura di Rimini aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo.
La spedizione
Coppola non era solo: partecipava a un’escursione organizzata da un’associazione subacquea di Rimini. Quella che doveva essere una giornata di passione e avventura si è trasformata in un dramma.
Grande commozione anche tra i titolari degli stabilimenti di Ponte Sasso. «Siamo addolorati – ha dichiarato Matteo Garofoli, gestore dei bagni Islamorada – quando abbiamo visto arrivare guardia costiera e sommozzatori abbiamo capito che era successo qualcosa di grave. Sono tragedie che non si vorrebbero mai vedere».
Il caso sicurezza
La piattaforma Paguro, costruita nel 1962 a 11 miglia dal porto di Ravenna su un fondale di 25 metri, è oggi meta frequente di immersioni. Sui social, intanto, si moltiplicano le polemiche: molti chiedono controlli più severi e maggiore attenzione alle idoneità necessarie per affrontare immersioni a grandi profondità.