Condividi:

La città di Pescara si stringe nel ricordo di Giovanni Galeone, figura simbolo del calcio biancazzurro e amatissimo protagonista della sua storia sportiva. Mentre cresce la richiesta popolare di dedicargli lo stadio Adriatico, la famiglia del tecnico ha reso nota una scelta che racconta più di mille parole il suo legame con la città e con il mare che l’ha sempre affascinato.

Gli affetti più stretti dell’ex allenatore hanno confermato che Galeone aveva espresso in vita la volontà di essere cremato e di vedere le proprie ceneri disperse nel mare Adriatico, quel mare che negli anni pescarese aveva rappresentato per lui un rifugio e una fonte di energia. Ogni ritorno a Pescara era un’occasione per ritrovare il suo orizzonte preferito: la luce dell’Adriatico, la brezza salmastra, la vitalità della città.

Intanto, il sindaco Carlo Masci ha ufficializzato il lutto cittadino: Pescara oggi si fermerà dalle 15.30 alle 17.30, in concomitanza con le esequie che si svolgeranno a Udine. Le bandiere saranno a mezz’asta e l’amministrazione invita attività e cittadini a sospendere ogni iniziativa che possa risultare in contrasto con il momento di raccoglimento.

La decisione rappresenta un tributo doveroso a chi, con due storiche promozioni in Serie A e un calcio brillante e innovativo, ha saputo regalare sogni e orgoglio a un’intera comunità. Galeone non è stato solo un allenatore, ma un ambasciatore della passione pescarese, capace di legarsi indissolubilmente a una città che, oggi più che mai, lo chiama ancora “profeta”.

Tutti gli articoli