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MONTESILVANO. L’intera area dell’ex discarica di Villa Carmine, inattiva dal 1996, è stata posta sotto sequestro su disposizione della Procura di Pescara, che indaga per omessa bonifica e inquinamento ambientale.
Tra gli indagati figurano il vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, con delega all’Ambiente, il consigliere regionale Nicola Campitelli (FdI), delegato ai rifiuti, oltre a funzionari della Regione e dell’Arap (Azienda regionale attività produttive).
La discarica, alta oltre 38 metri, contiene circa 300 mila metri cubi di rifiuti, gran parte dei quali interrati sotto il livello del mare. L’area sorge a ridosso del fiume Saline, in una zona a rischio esondazione. Da tempo l’Arpa avrebbe segnalato la presenza di percolato nel corso d’acqua e nei terreni circostanti.
A marzo scorso erano partiti lavori di adeguamento dell’impianto di pompaggio e smaltimento delle acque sotterranee, finanziati dalla Regione e affidati all’Arap.
“È una notizia che mi lascia stupito – dichiara Imprudente all’ANSA – ma sono sereno perché certo della mia totale estraneità ai fatti. Ho piena fiducia nella magistratura, che chiarirà ogni cosa”.
Anche il presidente della Regione, Marco Marsilio, esprime sorpresa e solidarietà:
“Sono dispiaciuto di apprendere che Imprudente, Campitelli e il commissario Arap Battaglia siano tra gli indagati. Tutto si può dire sulla discarica di Villa Carmine, tranne che questa amministrazione sia rimasta inattiva”.
Marsilio spiega che la Regione ha rifinanziato un vecchio progetto di bonifica, aggiornandolo ai costi reali e completando la progettazione.
“La gara d’appalto è ormai pronta per la pubblicazione – sottolinea –. È un risultato atteso da trent’anni, frutto di un lavoro di squadra tra Regione, Comune, Arap e Arta”.
Il presidente aggiunge che i lavori di adeguamento già in corso “dimostrano che non esiste alcuno stato di abbandono né di omessa bonifica”.
“Si tratta di un’area ereditata da gestioni molto datate – conclude – ma che finalmente si sta riportando alla normalità. Confido che la magistratura chiarisca presto la vicenda: il paradosso sarebbe che proprio il sequestro blocchi l’imminente avvio della bonifica tanto attesa”.