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A Pescara si riaccende la polemica sulla gestione delle colonie feline. La Commissione Controllo e Garanzia del Comune, convocata dopo le denunce di diverse associazioni animaliste, ha messo in luce una situazione definita “caotica e preoccupante”.

Secondo quanto emerso durante la seduta, infatti, il Comune non dispone di un censimento aggiornato dei gatti presenti sul territorio, nonostante le norme regionali e nazionali lo impongano da anni. Una mancanza che alimenta incertezza sui dati, crea confusione amministrativa e rischia di aprire la strada a irregolarità.

Dal confronto tra i numeri dichiarati dal Comune e quelli registrati nella Banca Dati Nazionale emergono discrepanze difficili da spiegare: colonie registrate da decenni ma forse non più esistenti, felini conteggiati senza verifiche effettive, adozioni poco chiare e fondi pubblici erogati senza controlli adeguati.

Le associazioni, che da anni gestiscono con risorse proprie la cura degli animali, chiedono regole certe e un maggiore impegno delle istituzioni. Anche la Regione Abruzzo è intervenuta con un atto ufficiale chiarendo che il riconoscimento delle colonie feline è competenza esclusiva dei Comuni, i quali hanno il dovere di agire senza ulteriori passaggi burocratici.

“Se oggi non assistiamo a un’emergenza visibile – denunciano i volontari – è solo grazie al lavoro silenzioso di chi si prende cura ogni giorno dei gatti di strada. Ma non è più tollerabile che le istituzioni restino ferme, lasciando i cittadini da soli a fronteggiare il problema”.

La vicenda riporta al centro il tema della responsabilità politica: senza un censimento serio e interventi concreti, la città rischia non solo sprechi economici, ma anche un peggioramento del fenomeno del randagismo.
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