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Durante un servizio di controllo effettuato in tarda serata tra le zone di San Donato e Villa del Fuoco, gli agenti della squadra Mobile di Pescara hanno fermato una donna di 55 anni residente in città, protagonista di un pericoloso tentativo di fuga.
L’attenzione dei poliziotti è stata attirata da un veicolo con targa prova che procedeva a velocità sostenuta. Alla richiesta di arrestare la marcia, la conducente ha invece accelerato bruscamente, dando il via a un inseguimento terminato nei pressi dell’area adiacente al carcere cittadino.
Una volta bloccata, gli operatori hanno notato un’anomala sporgenza sotto il suo abbigliamento. Il controllo ha permesso di scoprire tre pacchetti occultati sotto il giubbotto, contenenti complessivamente circa un chilo e mezzo di cocaina. All’interno dell’auto è stato inoltre rinvenuto un bilancino di precisione, chiaro indizio di un’attività legata allo spaccio.
Secondo una prima stima, la sostanza sequestrata avrebbe potuto generare un guadagno illecito fino a 150 mila euro sul mercato al dettaglio. La donna è stata quindi arrestata e trasferita in carcere, restando a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli ulteriori accertamenti del caso.
L’attenzione dei poliziotti è stata attirata da un veicolo con targa prova che procedeva a velocità sostenuta. Alla richiesta di arrestare la marcia, la conducente ha invece accelerato bruscamente, dando il via a un inseguimento terminato nei pressi dell’area adiacente al carcere cittadino.
Una volta bloccata, gli operatori hanno notato un’anomala sporgenza sotto il suo abbigliamento. Il controllo ha permesso di scoprire tre pacchetti occultati sotto il giubbotto, contenenti complessivamente circa un chilo e mezzo di cocaina. All’interno dell’auto è stato inoltre rinvenuto un bilancino di precisione, chiaro indizio di un’attività legata allo spaccio.
Secondo una prima stima, la sostanza sequestrata avrebbe potuto generare un guadagno illecito fino a 150 mila euro sul mercato al dettaglio. La donna è stata quindi arrestata e trasferita in carcere, restando a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli ulteriori accertamenti del caso.
